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Allenamento mentale negli sport d’acqua: elisir di vita

Gen 4, 2021 | Crescita personale

Gli sport dacqua possono essere definiti come sport speciali, ed il nuoto ne è leccellenza. Questi sport sono molteplici: basta pensare oltrechè al nuoto, alla pallanuoto, al nuoto sincronizzato, al canottaggio, il kayak, la vela, surf…. Prendendo il nuoto ad esempio per tutti, lo stesso è praticato da uomini e donne di ogni età che passano la maggioranza della loro vita sulla terraferma e gareggiano in un liquido dove è diversa la viscosità (in confronto con laria), lincidenza della forza di gravità, la gestione della respirazione. Lallenamento mentale per i nuotatori è, dunque, molto particolare. Per poter rendere al meglio e per raggiungere grandi traguardi devono imparare a gestire le emozioni, i pensieri e le interpretazioni che danno ai pensieri stessi.

La costante nei pensieri dei nuotatori è data dal tempo, elemento di grande importanza, determinante per i loro traguardi e successi: occorre gestirlo bene in base al carico di lavoro ed in base alla preparazione dellatleta. In gara come negli allenamenti. Altrettanto importante è ridurre al minimo i ragionamenti del tipo: se ho fatto questo in allenamento, allora ….”; devono, quindi, imparare a prendere i riferimenti produttivi, diventando bravi a dare il giusto significato ai tempi effettuati in base a stagione, preparazione, tipologia di gara etc.. Molte volte la giornata di un nuotatore in garaprevede la ripetizione del riscaldamento più volte; non è raro che tra riscaldamento e gara, latleta percorra chilometri: ciò determina che sia atleticamente preparato con la resistenza fisica ed anche mentalmente con la resistenza mentale e la resilienza.

Gregorio Paltrinieri ha dichiarato che “il nuoto è uno sport dove la tecnica può incidere moltissimo sul risultato finale. In assoluto è uno degli sport dove più hai una buona tecnica e meno fatichi, più hai una buona tecnica e più sei efficace e veloce”. Esistono molte strategie per migliorare la tecnica nel nuoto: partenza, frequenza di bracciata, virata, assetto ed equilibrio della virata e tanto altro ancora. Quando e quanto può essere utile uno sport mental coach ad un nuotatore? In generale, si ricorre ad uno sport mental coach quando c’è una difficoltà esplicita e, una volta vinta la difficoltà, in caso di nuotatori forti e determinati, viene strutturato un rapporto continuativo di mantenimento (per raggiungere traguardi importanti). Quali possono essere le difficoltà che incontra un nuotatore? Sono i risultati che non arrivano, mancanza di concentrazione, ansia durante il nuoto o prima di partire, resa minore in gara confronto al vero potenziale…Ma la vera domanda da porsi non è quando un nuotatore contatta uno sport mental coach, bensì quando lo sport mental coach è utile al nuotatore.

SI RICORRE AD UNO SPORT MENTAL COACH QUANDO CÈ UNA DIFFICOLTÀ ESPLICITA E VIENE STRUTTURATO UN RAPPORTO COMUNICATIVO DI MANTENIMENTO

“Ero bloccata in gara e in allenamento. Avevo l’ansia di lavorare male e gareggiare peggio. Solo facendo un grande training mentale su me stessa sono riuscita a mettere ordine e a far arrivare i risultati che aspettavo”. (cit. Margherita Panziera,

23 anni, grande promessa del nuoto italiano). In vasca solitamente è aggressiva, sebbene nella vita di tutti i giorni sia una ragazza riservata.  “Se  potessi fare un paragone con un personaggio immaginario, penso a Mulàn, l’eroina della Disney, principessa e guerriera a seconda delle circostanze!”. La sua mente ha fatto un salto di maturità, ha sbloccato un meccanismo che le portava ansia: “Prima in gara andavo un po’ nel panico, avevo paura di staccarmi al primo 50, andavo subito a tutta e poi non ne avevo più. Dal 2017 ho deciso di andare in acqua come se non mi importasse dei risultati. E ho iniziato a vivere anche gli allenamenti più serenamente. Mi sono fatta aiutare dal nostro sport mental  coach, sono cresciuta e cambiata: l’aiuto esterno è importante ma qualsiasi cosa deve nascere da te”. Interessante anche il cambio di prospettiva: “Ho capito che l’obiettivo personale doveva essere legato al tempo da realizzare, il piazzamento è una conseguenza diretta. Infatti, se il mio tempo in gara è ottimo e una rivale fa meglio di me, le faccio i complimenti. E sono a posto con la coscienza”. Ad uno sport mental coach che segue le gesta dei campioni   –e   non-,   non   sfuggono le imprese dove la potenza della mente fa da spartiacque tra una semplice vittoria e un’impresa con riflessi presenti e futuri. Vi è sempre un lieto fine? Non sempre, proprio perché l’elemento mentale è in grado sia di sostenere che di abbattere un atleta al momento della competizione più importante. Capita a tutti, non solo agli atleti, di aver bisogno di alleggerirsi da  volti e parole del passato, da zavorre che appesantiscono.

Occorre entrare in un nuovo “set mentale”,  in un luogo dove stare bene; ripartire dal focus di pensieri sani che ricomprendano anche l’eventualità di una sconfitta. Una sconfitta che, come è ben chiaro agli sport mental coach, non devono intendersi come fallimento irreparabile bensì un passo verso una nuova vittoria. Cosa occorre fare in questi momenti? Molti coach suggeriscono un’efficace strategia: isolarsi dal passato e  dal futuro, concentrarsi solo sul presente, sull’oggi, sul “qui ed ora”. Ed  è  proprio  grazie alla fisiologia  che,  rimettendosi  subito in vasca, si ripropongono i meccanismi di collegamento mente-corpo, per cui possono esserci eventuali defailllance per problemi fisici, ma non  declini della concentrazione mentale. Lo  sport mental coach sradica,  laddove presente, il latente senso di inferiorità nel nuotatore, lavora sulla sua testa e sul suo cuore (da qui, l’elemento di personalizzazione differente per ogni sportivo) ed il lavoro sull’identità e personalizzazione è un’opera certosina…

Un bravo ed efficace sport mental coach dall’operazione  sull’identità  deve  poi passare alla leva della rivalsa, della sfida contro un avversario esterno, quest’ultimo punto di riferimento, non  di  timore.  La storia si fa senza guardare gli avversari, evitando di misurare la propria forza in relazione agli altri, ma conquistando consapevolezza mentale allenamento dopo allenamento. Con entusiasmo e fatica, con il tempo ed il lavoro, con rinnovate strategie mentali che allineano verso un nuovo senso di potenza. Voglio concludere ricordando le parole di Giuseppe Abbagnale, attuale presidente della Federazione Italiana Canottaggio, ma  soprattutto  vincitore  di due titoli olimpici e sette mondiali. “Questi risultati hanno messo a dura prova il mio cuore! Indimenticabile”. Ancora una volta il cuore. Perché quello ci  deve  essere.  Sempre.

Di cosa mi occupo, in breve?

Coaching

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Formazione

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  • Leadership e crescita personale